Palazzo Vescovile

PALAZZO VESCOVILE (EPISCOPIO). Fra il 1600 e il 1800 andarono sorgendo e si modificarono, fino a prendere l’aspetto attuale, i vari corpi di fabbrica, che formano oggi il palazzo vescovile e il contiguo Seminario

Descrizione

PALAZZO VESCOVILE (EPISCOPIO). Fra il 1600 e il 1800 andarono sorgendo e si modificarono, fino a prendere l’aspetto attuale, i vari corpi di fabbrica, che formano oggi il palazzo vescovile e il contiguo Seminario. Un tempo, infatti, l’episcopio aveva il suo ingresso da quello che oggi suol chiamarsi “il portone del seminario” ed era costituito solo dai locali che ora formano la parte più interna del Seminario stesso. Non esisteva né il braccio sud-est, che corre lungo il lato destro della via Guevara o “salita del castello”, né l’arcone che oggi congiunge questa via con l’altra chiamata del Seminario, né il braccio nord-ovest, che da questa strada scende fino in Piazza del Duomo e sul quale è oggi l’ingresso al vescovato. Dunque assai modesta era allora la dimora del vescovo e le poche costruzioni fatte eseguire da Mons. Galderisi, verso la metà del ‘600, non la ampliarono di molto, come neppure le altre più numerose, del vescovo Ceraso [1685-1728]. Soltanto verso il 1825 con Mons. Garzilli prima e, successivamente, con Mons. Iovinelli [1833 - 1836] vennero apportate le prime radicali modifiche. Fu quindi Mons. Farace [1837 - 1851] ad ampliare ancora l’episcopio erigendo tutto “il braccio nord-ovest”, quello cioè che affaccia sulla Piazza del Duomo. Si ebbe così l’attuale androne del palazzo, con cancello che mena nel giardino e l’ampio portone, con sopra lo stemma di Farace, che fu la nuova entrata all’Episcopio. Urgenti lavori di riparazione al Palazzo Vescovile sono stati realizzati, poi, nell’anno 1932, per i danni subiti dall’edificio a seguito del terremoto del 23 luglio 1930. In tempi più recenti, ulteriori interventi di ristrutturazione sono stati fatti eseguire da Mons. Giuseppe Casale, nell’anno 1990, destinando alcune stanze dell’edificio, poste al terzo piano (precedentemente occupate dal Seminario), a sede della Biblioteca Diocesana, dell’Archivio Capitolare e dell’Archivio Diocesano.

Gli archivi ecclesiastici bovinesi abbracciano un esteso arco di tempo (dalle pergamene del sec. XII fino ai documenti del sec. XVIII) e rappresentano una fonte documentaria di rilevante interesse e di notevole respiro storico e cronologico.

Archivio Diocesano.  Raccoglie una quantità elevata di atti e documenti della Curia tra cui Platee, Sinodi, Sante Visite, Editti e Decreti vescovili, Bolle, Sinodi e Sacre ordinazioni, preziosissimi per gli studi di storia sociale, religiosa, politica, economica, ecc. Testimonianze, stratificate nel corso dei secoli, della memoria storica della città e della Diocesi che forniscono informazioni sempre più complete ai ricercatori, rivelando uno spaccato ampio e significativo sulle condizioni delle chiese locali e della vita religiosa del tempo.

Archivio Capitolare. Gli elementi che storicamente identificano e caratterizzano l'Archivio Capitolare sono dati dalla peculiarità dei documenti conservati, fonti ineludibili di informazione per tutte le possibilità e opportunità di conoscenza che essi racchiudono, riguardo in particolar modo all’ambiente culturale e sociale che li produsse, su quello che li utilizzò, sulla tipologia dei rapporti culturali tra Bovino, città vescovile, e altre realtà.
Di grande importanza, soprattutto per la storia medievale del territorio e della sua organizzazione sociale, si rivelano i Codici miniati manoscritti, dei secoli XII, XIII, XIV e XV e il fondo pergamenaceo, costituito da 50 pergamene, ordinate cronologicamente, a partire dal sec. XII e fino al secolo XIX. Fra le chartae più antiche, le donazioni fatte dai Conti di Loretello alla Chiesa Cattedrale e le relative conferme. Il ricco patrimonio archivistico é costituito altresì da una serie di fascicoli riguardanti Atti del Capitolo e della mensa Vescovile, Cause e Processi, Lettere Pastorali, Inventari, Capitoli Matrimoniali, Testamenti e Atti notarili.

Biblioteca Diocesana*. E' stata inaugurata e aperta al pubblico il 18 ottobre 1997, su iniziativa dell'allora Arcivescovo Metropolita di Foggia-Bovino, Mons. Giuseppe Casale. E' costituita dalla fusione dei testi provenienti da due biblioteche di antica e illustre origine: la Biblioteca Guevara, nata, nel Castello di Bovino, nel sec. XVII, per merito di Giovanni Guevara, quinto duca della città e la Biblioteca Vescovile, fondata, verso la metà del secolo XIX, da Mons. Francesco Farace, presso il locale Seminario e successivamente ampliata dal Vescovo Mons. Alessandro Cantoli.

Attualmente presenta una consistenza libraria di circa 10.000 volumi e dispone di un cospicuo numero di testi e riviste, tutti opportunamente catalogati e inventariati con schede descrittive di classificazione. Di particolare interesse storico, un incunabolo del 1481, 71 cinquecentine, la "Historia della vita e morte di San Marco Confessore con catalogo dei Vescovi di Bovino", di Domenico Pietropaoli, del 1631, il "Libro delle piante e dei territori di don Inigo Guevara, duca di Bovino", del 1726, la ricca Enciclopedia illustrata, in 25 volumi "Descriptiones des arts et des mestiers (1761-1767)”, il famoso periodico culturale parigino "Le Journal des scavans", a firma di Sieur d'Hedouville, del 1665, il testo manoscritto "De'  titoli del Re delle Due Sicilie", con illustrazioni e tavole genealogiche, di Giacomo Guacci, del 1789, oltre ad opere, che vanno dal XVII al XIX secolo, di carattere letterario, filosofico, teologico e morale.

Modalità di accesso

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Indirizzo

Palazzo Vescovile

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